lunedì 15 ottobre 2012

Un po' di fiducia a tempo e condizionata non guasterebbe


Qualcuno diceva “Bene o male l’importante è che se ne parli!” e forse in questo sport siamo abbastanza bravi ma non ci basta: non vogliamo solamente che si parli di noi ma vorremmo che si parlasse CON noi! Ed è per questo motivo che sento il dovere di rispondere all’articolo apparso oggi su “I Due Punti” del sempre puntuale Giancarlo Falconi (http://www.iduepunti.it/il-caff%C3%A8/15_ottobre_2012/teramo-sciogliete-i-comitati-renzi-e-bersani) rivolgendomi a lui in prima persona.

Caro Giancarlo,
vis à vis sicuramente non ci conosciamo ma credo sia sufficiente dirti che sono uno dei folli che sta mettendo la faccia (e forse anche altro, ma non mi riferisco a parti anatomiche) in questi giorni per sostenere la campagna per le primarie di Pier Luigi Bersani in provincia di Teramo.
Chiedo venia anticipatamente ma sono un po’ prolisso per natura e, considerata la questione da argomentare, andrò sicuramente un po’ “lungo”. 

Leggendo il tuo articolo, a prescindere dalle vicende Mastromauro (francamente la rinuncia pubblica ad una candidatura mai annunciata mi lascia perplesso), Paolucci (anche io sono tra gli epurati, quando lo incontrerò di persona gli chiederò in tutta tranquillità perché il MIO segretario regionale faccia ciò) e affini, mi sono però soffermato sul consiglio finale che riporto in maniera completa:

“Cari ragazzi e iscritti nel Partito Democratico, il vostro tempo servirà a eleggere Ginoble & Verticelli. Tutto fatto. Il nuovo che avanza. Lasciateli soli. Questi candidati del popolo. Non leccategli il culo. Lasciateli attaccare i manifesti. Organizzare i convegni. Portare la gente a votare. Parlare con le persone. Convincere gli elettori. Scrivere un discorso che abbia un senso compiuto, condito con progetti e modalità di realizzazione. Criticateli e si scioglieranno come neve al sole. Non fatevi usare. Ora basta”.

Beh, non male come invito a saltare giù dalla barca di un partito che onestamente ha tantissimi problemi, imperfezioni e anche contraddizioni ma che, con altrettanta onestà, non ci sentiamo di lasciare a se stesso ritenendolo un patrimonio della democrazia in questo momento storico così particolare. Certo, qualche volta più che il nuovo che avanza, nel senso di procedere in avanti, ci sentiamo come il nuovo che avanza, ovvero che è di più, superfluo e scomodo. Anche per questo quando qualcuno mi chiedeva qualche giorno fa cosa pensassi della questione “rottamazione” (con o senza incentivi) io risposi che per qualcuno più che la rottamazione avrei preferito lo status di “esodato” (politicamente parlando) ma che in un partito, a meno dell’utilizzo del metodo della defenestrazione materiale, ciò non è possibile. Il break out esiste in economia, nella tecnologia, nei rapporti di coppia, non in un sistema sociale: noi dobbiamo prenderci il nostro spazio facendoci apprezzare per quello che siamo e non per quello che rappresentiamo.

Io/noi non sappiamo (o non ne abbiamo la certezza) chi saranno i prossimi candidati al parlamento ma il nostro impegno non si esaurirà con le primarie o con le politiche. Sosteniamo un progetto e delle proposte che prescindono dalla nostra realtà provinciale, per un paese che necessita di cambiare marcia. Bersani, quando ha potuto amministrare come amministratore locale prima e ministro poi, e non ha dovuto sedare le anime rissose del nostro partito, ha dimostrato tutta la sua capacità e competenza. Se non è stato possibile andare oltre le colpe non sono tutte del Partito Democratico o dei suoi avi ma il tutto è stato organico e da contestualizzare ad un processo di sfaldamento e decadimento generale del sistema paese, prima ancora che politico, in Italia.

A me, a noi più giovani (sempre politicamente parlando, ça va sans dire…) poco interessa della dicotomia Ginoble-Verticelli, del sindaco Mastromauro e del passo indietro senza il passo in avanti, del sen. Franchi e di tanti tanti altri, noi vorremmo provare per una volta, sapendo che le possibilità di riuscita sono pari a quelle di tornare a casa senza risultato, ad essere qualcosa di diverso, un terzo elemento includente e trasversale che spinga il Partito Democratico ad essere finalmente un progetto compiuto e non sempre qualcosa in procinto di essere.

Vedi, caro Giancarlo, tre settimane fa sono stato a Cortona, ad un incontro organizzato dal PD su “Democrazia & Comunicazione”, e ho incontrato più di 300 ragazzi provenienti da tutta Italia: riflettevo che anche tra i giovani ci siano elementi afflitti da “adolescenza senile” che il Partito dovrebbe augurarsi di perdere per strada, ma allo stesso tempo ce ne sono tantissimi che vivono l’impegno nel Partito Democratico come una sorta di “mission”, forse irrealizzabile ,di un partito migliore e la “vision” è per tutti quella di lavorare producendo e comunicando contenuti e idee a prescindere dai personaggi che dovremmo metterci nello zaino nel futuro prossimo.
Non sono troppo illuso, sono perfettamente cosciente che il nostro impegno e la nostra faccia possano essere anche di “aiuto” a qualche politicante di mestiere, ma ripeto: il cambiamento in politica, a meno di fuoco e forconi, non è un punto di break out!

Occorrono però due cose fondamentali e complementari per chi come noi prova a metterci la faccia e tutto l’impegno possibile:
1)       Cercare in ogni momento di restare ancorati ai principi che riteniamo imprescindibili (difficilissimo perché l’egoismo e la natura umana spesso portano a cambiare rotta per la strada più comoda ma dobbiamo provarci) tenendo sempre a mente le critiche che abbiamo rivolto a chi ci ha preceduto o a chi abbiamo affiancato per evitare di commettere gli stessi errori;
2)      Avere la fiducia, a tempo e condizionata ai nostri comportamenti, di chi fuori dal partito ancora crede e spera un minimo che le cose per questo partito e per questo paese possano e debbano cambiare, sperando sempre nell’invasione dei partiti da parte di persone di buona volontà.

Quando abbiamo presentato il comitato qualcuno di noi disse che attendevamo con ansia anche le critiche e gli appunti negativi per poterne comunque parlare e provare a interloquire anche con chi non apprezza o non è convinto della bontà del nostro impegno: siamo sulla strada giusta per questo e siamo orgogliosi di percorrerla!

Alla prossima!

MIRKO ROSSI

mercoledì 10 ottobre 2012

Eccoci qua!

Eccoci. Siamo qui. Siamo lo staff di Bersani in provincia di Teramo. Siamo un gruppo di persone, giovani e non più troppo giovani (come la sottoscritta), uomini e donne, che abbiamo deciso di sostenere in maniera attiva Pierluigi Bersani alle primarie del 25 novembre. 
Parlo a nome di tutti quando dico che siamo più che convinti di questo impegno. E' finito il momento degli slogan, ed è tornato, finalmente, il momento di fare politica. Politica seria, bella, fatta sui territori, faccia a faccia, senza timore di discussione, parlando dei temi che stanno davvero a cuore a tutti noi. Vogliamo parlare di lavoro, di equità, di giustizia, di legalità. Vogliamo parlare di come dobbiamo cambiare questa Europa che deve essere la nostra casa ma che deve venire anche in aiuto dei più deboli. 
Siamo perfettamente d'accordo con Bersani quando dice che sono finiti i tempi di un uomo solo al comando. La politica o è stare insieme, condividere un percorso, oppure non è, perché è solo populismo. 
Abbiamo scelto di schierarci, noi che da poco tempo abbiamo iniziato a fare politica nelle nostre cittadine, non per esclusione tra i vari candidati, ma per vera convinzione. La Carta d'Intenti non è qualcosa di astratto, ma è la road map di come noi vorremmo che fosse il Partito Democratico. E noi, nel nostro piccolo, andremo in giro per la nostra provincia, nei circoli, nei mercati e nelle piazze a parlare con le persone. E dopo venti anni, è davvero una bella sensazione il poter parlare di nuovo di politica. 

by Raffaella D'Elpidio