Qualcuno diceva “Bene o male l’importante è che se ne parli!”
e forse in questo sport siamo abbastanza bravi ma non ci basta: non vogliamo
solamente che si parli di noi ma vorremmo che si parlasse CON noi! Ed è per
questo motivo che sento il dovere di rispondere all’articolo apparso oggi su “I
Due Punti” del sempre puntuale Giancarlo Falconi (http://www.iduepunti.it/il-caff%C3%A8/15_ottobre_2012/teramo-sciogliete-i-comitati-renzi-e-bersani)
rivolgendomi a lui in prima persona.
Caro Giancarlo,
vis à vis sicuramente non ci conosciamo ma credo sia
sufficiente dirti che sono uno dei folli che sta mettendo la faccia (e forse
anche altro, ma non mi riferisco a parti anatomiche) in questi giorni per
sostenere la campagna per le primarie di Pier Luigi Bersani in provincia di
Teramo.
Chiedo venia anticipatamente ma sono un po’ prolisso per natura
e, considerata la questione da argomentare, andrò sicuramente un po’ “lungo”.
Leggendo
il tuo articolo, a prescindere dalle vicende Mastromauro (francamente la
rinuncia pubblica ad una candidatura mai annunciata mi lascia perplesso),
Paolucci (anche io sono tra gli epurati, quando lo incontrerò di persona gli
chiederò in tutta tranquillità perché il MIO segretario regionale faccia ciò) e
affini, mi sono però soffermato sul consiglio finale che riporto in maniera
completa:
“Cari ragazzi e iscritti nel Partito Democratico, il vostro tempo servirà a eleggere Ginoble & Verticelli. Tutto fatto. Il nuovo che avanza. Lasciateli soli. Questi candidati del popolo. Non leccategli il culo. Lasciateli attaccare i manifesti. Organizzare i convegni. Portare la gente a votare. Parlare con le persone. Convincere gli elettori. Scrivere un discorso che abbia un senso compiuto, condito con progetti e modalità di realizzazione. Criticateli e si scioglieranno come neve al sole. Non fatevi usare. Ora basta”.
Beh, non male come invito a saltare giù
dalla barca di un partito che onestamente ha tantissimi problemi, imperfezioni
e anche contraddizioni ma che, con altrettanta onestà, non ci sentiamo di
lasciare a se stesso ritenendolo un patrimonio della democrazia in questo
momento storico così particolare. Certo, qualche volta più che il nuovo che
avanza, nel senso di procedere in avanti, ci sentiamo come il nuovo che avanza,
ovvero che è di più, superfluo e scomodo. Anche per questo quando qualcuno mi
chiedeva qualche giorno fa cosa pensassi della questione “rottamazione” (con o
senza incentivi) io risposi che per qualcuno più che la rottamazione avrei
preferito lo status di “esodato” (politicamente parlando) ma che in un partito,
a meno dell’utilizzo del metodo della defenestrazione materiale, ciò non è
possibile. Il break out esiste in economia, nella tecnologia, nei rapporti di
coppia, non in un sistema sociale: noi dobbiamo prenderci il nostro spazio
facendoci apprezzare per quello che siamo e non per quello che rappresentiamo.
Io/noi non sappiamo (o non ne abbiamo la
certezza) chi saranno i prossimi candidati al parlamento ma il nostro impegno
non si esaurirà con le primarie o con le politiche. Sosteniamo un progetto e
delle proposte che prescindono dalla nostra realtà provinciale, per un paese che
necessita di cambiare marcia. Bersani, quando ha potuto amministrare come
amministratore locale prima e ministro poi, e non ha dovuto sedare le anime
rissose del nostro partito, ha dimostrato tutta la sua capacità e competenza. Se
non è stato possibile andare oltre le colpe non sono tutte del Partito
Democratico o dei suoi avi ma il tutto è stato organico e da contestualizzare
ad un processo di sfaldamento e decadimento generale del sistema paese, prima
ancora che politico, in Italia.
A me, a noi più giovani (sempre
politicamente parlando, ça va sans dire…) poco interessa della dicotomia
Ginoble-Verticelli, del sindaco Mastromauro e del passo indietro senza il passo
in avanti, del sen. Franchi e di tanti tanti altri, noi vorremmo provare per
una volta, sapendo che le possibilità di riuscita sono pari a quelle di tornare
a casa senza risultato, ad essere qualcosa di diverso, un terzo elemento
includente e trasversale che spinga il Partito Democratico ad essere finalmente
un progetto compiuto e non sempre qualcosa in procinto di essere.
Vedi, caro Giancarlo, tre settimane fa sono
stato a Cortona, ad un incontro organizzato dal PD su “Democrazia &
Comunicazione”, e ho incontrato più di 300 ragazzi provenienti da tutta Italia:
riflettevo che anche tra i giovani ci siano elementi afflitti da “adolescenza
senile” che il Partito dovrebbe augurarsi di perdere per strada, ma allo stesso
tempo ce ne sono tantissimi che vivono l’impegno nel Partito Democratico come
una sorta di “mission”, forse irrealizzabile ,di un partito migliore e la “vision”
è per tutti quella di lavorare producendo e comunicando contenuti e idee a
prescindere dai personaggi che dovremmo metterci nello zaino nel futuro
prossimo.
Non sono troppo illuso, sono perfettamente
cosciente che il nostro impegno e la nostra faccia possano essere anche di “aiuto”
a qualche politicante di mestiere, ma ripeto: il cambiamento in politica, a
meno di fuoco e forconi, non è un punto di break out!
Occorrono però due cose fondamentali e
complementari per chi come noi prova a metterci la faccia e tutto l’impegno
possibile:
1)
Cercare in ogni momento di
restare ancorati ai principi che riteniamo imprescindibili (difficilissimo perché
l’egoismo e la natura umana spesso portano a cambiare rotta per la strada più
comoda ma dobbiamo provarci) tenendo sempre a mente le critiche che abbiamo
rivolto a chi ci ha preceduto o a chi abbiamo affiancato per evitare di
commettere gli stessi errori;
2)
Avere la fiducia, a tempo e
condizionata ai nostri comportamenti, di chi fuori dal partito ancora crede e
spera un minimo che le cose per questo partito e per questo paese possano e
debbano cambiare, sperando sempre nell’invasione dei partiti da parte di
persone di buona volontà.
Quando abbiamo presentato il comitato qualcuno di noi disse
che attendevamo con ansia anche le critiche e gli appunti negativi per poterne
comunque parlare e provare a interloquire anche con chi non apprezza o non è
convinto della bontà del nostro impegno: siamo sulla strada giusta per questo e
siamo orgogliosi di percorrerla!
Alla prossima!
MIRKO ROSSI